Storia letteraria Trapanese
TRAPANI. DA 'ABD 'AR-RAHMAN A ELIODORO LOMBARDI, OVVERO DAL DECLINO DELLA STAGIONE ARABA AL TRIONFO DELLA POESIA PATRIOTTICA DELL'OTTOCENTO
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Nella variegata produzione del Burgio, autore con qualche ascendenza illuministica, primeggiano le notevoli Lettere critiche scritte ad una dama in Livorno (1777), in cui, sul modello delle Lettres persanes di Montesquieu, analizzò i costumi della società siciliana dell'epoca. Il Calvino (che, per il noto storico trapanese Niccolò Rodolico, mercé la "facilità del verseggiare", la "verità del dialetto" e l'abilità nella satira burlesca, sarebbe, "in ciò, da riguardarsi ... superiore al Meli" - N. Rodolico, La satira nelle poesie siciliane di G.M. Calvino), è certamente tra i più interessanti poeti vernacolari siciliani non solo del suo tempo, insieme, appunto, al palermitano Meli e al catanese Domenico Tempio. Di lui scrisse Giorgio Santangelo: "(...) efficace nel verso facile e fresco, icastico e arguto, ricco sempre di viva umanità, anche se spesso reso opaco e greve dal gusto della parola e della frase sboccata. Godette, infatti, e gode fama di verseggiatore pornografico (...); ma la sua pagina sa attingere talvolta un più largo respiro nella satira sociale e nella rappresentazione delle miserie e pene quotidiane dell'umile popolo". Sul Calvino, invero, ancora mancano studi adeguati. Sarebbe quanto mai opportuno, peraltro, che di questi autori si ristampassero le le opere principali. Tra gli scrittori meno conosciuti e/o minori del nostro Settecento figurano Carlo Maria Galizia (1691-1763), il già citato De Luca (1755- 1797), autore di oratori, dialoghi e traduzioni, e Ignazio Palermo. L'Ottocento, nella nostra provincia, vide la presenza di alcuni intellettuali e scrittori di rilievo nazionale. Per quel che concerne la poesia patriottica: "(...) il più celebrato cantore del Risorgimento siciliano fu Eliodoro Lombardi (trapanese, 1834-1894 - N.d.R.), detto "il poeta della Rivoluzione". Esaltò l'eroe della Gancia nelle Ultime ore dell'eroe popolare Francesco Riso, inneggiando a Garibaldi di cui affretta e preannuncia le leggendarie gesta (...). Seguì il Dittatore e combattè a Milazzo e a Volturno, fu nel '66 nel Tirolo, e venne ferito a Condino. Oltre le liriche patriottiche, scritte spesso tra l'infuriare della battaglia, una ballata romantica, Norina, compose i poemetti Carlo Pisacane e la spedizione di Sapri e Calatafimi, nel quale celebra la rivoluzione del '60 raggiungendo squarci di vera poesia" (G. Santangelo). Il Lombardi pubblicò anche due tragedie: Isabella Orsini e Manfredi lo Svevo. Notorietà riscossero, poi, i filosofi e poligrafi Vincenzo Di Giovanni (Salaparuta, 1832-1903) e Simone Corleo (Salemi 1823-1891). Su questi due fecondi autori gravano i giudizi poco lusinghieri del castelvetranese Giovanni Gentile (Il tramonto della cultura siciliana). Filologo e letterato autorevole fu Alberto Buscaino Campo (Trapani, 1826-1895), che mantenne relazioni coi maggiori linguisti, lessicografi e grammatici dell'epoca, come D'Ancona, Tommaseo, Del Lungo, D'Ovidio, Barboni, Petrocchi, Guerrazzi, Fanfani, Fornaciari. Buscaino Campo fu anche autore di opere drammatiche e di liriche, oltre che dantista e arguto polemista. Autori non trascurabili furono: Salvatore Malato Todaro (nato a Trapani nel 1827), sulla cui attività di narratore espressero giudizi favorevoli il Capponi, il Pitrè, il Tommaseo, ma non il Gentile; il marsalese Salvatore Struppa (1843-1900), che si occupò di storia e folklore siciliano; Ignazio Cutrona, trapanese, studioso dei classici greci, latini e italiani; Rosario Armato (1790-1869), medico e poeta castelvetranese; Giuseppa Patti (1841-1930), una delle rarissime scrittrici trapanesi di quel tempo, autrice di alcuni romanzi storici ( tra cui I Merli e i Malvizzi.
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