«Ma lei sono tanti anni che non viene qua. Mi dica se i
miei canederli sono ancora buoni come un tempo.»
Bruno fu spiazzato
da questa affermazione. Davvero la vecchia si ricordava di lui?
«Mi ricordo
quando veniva tutte le sere... l'ultima volta era con quella bella
ragazza mora tutto pepe. Che è sua moglie?»
Davvero si ricordava
di lui, di lui e di Sandra. «No, non è mia moglie.
Era la mia compagna, ma ci siamo lasciati.»
«Che peccato.
Stavate così bene insieme. E perché lei non è
più venuto? Prima veniva tutte le estati e, se mi ricordo
bene, pure in autunno veniva spesso».
Ricordava benissimo.
E lui non sapeva dirle perché non c'era più andato,
proprio non lo sapeva. «I canederli sono buoni come allora,
davvero», disse per evitare a se stesso di creare una falsa
scusa per quell'assenza prolungata.
«Mamma, vai
in cucina che Paola ti vuole», la chiamò il figlio.
La vecchia si scusò
e, con lo stesso passo lento, si avviò in cucina. Il figlio
allora si rivolse a Bruno a bassa voce. «Mi scusi, sa, ma
mia madre quando vede un cliente seduto da solo fa così.
Non ci sta mica tanto più bene con la testa».
Bruno assentì
fingendo comprensione con un sorriso, ma pensò che invece
quella donna con la testa ci stava benissimo se si ricordava con
tanta chiarezza di lui e Sandra. Pensò che in fondo ognuno
vede nell'altro, amante o amico, niente di più che una
proiezione di ciò che pensa di lui o di lei. Pensò
che in fondo questo è il gioco delle parti. Pensò
che in fondo chi smette di recitare in questo gioco spiazza completamente
tutte le persone che lo circondano. Pensò che tutte le
conclusioni a cui era giunto durante la giornata di questo suo
quarantesimo compleanno che se ne stava andando, alla fine lo
avrebbero portato a recitare un ulteriore ruolo, almeno agli occhi
degli altri. Il ruolo di quello che, donnaiolo incorreggibile
per tutta una vita, voleva adesso divertirsi a conquistare le
donne con la storia della redenzione e della voglia di amore vero.
Finì i suoi canederli e anche il vino. In quel preciso
momento finì anche il suo compleanno. Mezzanotte era passata
da qualche secondo.
Senza quasi che
se ne accorgesse, preso dai pensieri e dall'ultima coppia che
usciva dal locale come avesse appena litigato, si ritrovò
una porzione di strudel e un bicchiere di grappa davanti, e la
ragazza seduta accanto con una sigaretta tra le labbra.
«È
la prima volta che vieni qui?», chiese lei interessata.
«Sì,
quest'anno sì», rispose Bruno non potendo sottrarsi.
«Sai, è
il primo anno che lavoro qui. Però mi piace il posto, solo
che la sera è un mortorio. Io stacco alla mezza e poi non
c'è niente da fare»
«Beh, spesso
in montagna è così.»
«Sì,
sì, lo so. Infatti preferisco il mare. Però quest'anno
volevo starmene un po' in pace. Io faccio la cameriera solo d'estate,
per pagarmi le vacanze. In realtà studio filosofia. E tu
che fai?»
Bruno ebbe un attimo
di perplessità. Avrebbe dovuto dire che faceva il consulente
finanziario, ma in quel momento sentì che non era vero,
che da domani non lo avrebbe più fatto. «Per il momento
niente. Ho deciso di cambiare lavoro.»
«Be', questo
ti rende onore. Non sono mica tanti quelli che hanno il coraggio
di farlo. E qual è questo lavoro che vuoi cambiare?»
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