Inediti - I vostri testi
In questa pagina potrete leggere i migliori lavori pervenuti al nostro sito. Stazioneranno per una o più settimane, poi cederanno il posto ad altri scritti meritevoli.
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Chissà che avrebbero detto i suoi genitori se avessero potuto sentirne i pensieri. Forse avrebbero mutato le loro immutabili espressioni di compatimento, o forse avrebbero sorriso. "Ma che importanza può avere questo", pensò Bruno. Lui non stava cercando di recuperare un rapporto coi genitori, ma piuttosto un rapporto con se stesso. E loro ormai di lui sapevano poco più che il numero di telefono e l'indirizzo.

Quando vide quel pollice levato timidamente per aria, che faceva tutt'uno con il volto da cerbiatta di una ventenne con lo sguardo di marzapane, Bruno piantò i freni e smise di pensare a tutto il resto. Era da sola, con uno zaino e i piedi gonfi per la troppa strada percorsa.

«Dove vai?» chiese lui assumendo istintivamente un'aria da Matt Dillon, capace di trasmettere sicurezza e brividi d'avventura.

«E tu?», fece lei con tutta la voglia di farsi catturare da quell'aria.

«Io vado su fino al bosco. Lì mi fermo.»

«Se puoi darmi uno strappo... a me va bene», disse lei sapendo che lo strappo gliel'avrebbe dato volentieri.

«Okay, monta. Io sono Bruno», le porse un chewing-gum.

«Io Valeria», e prese il chewing-gum, montò sulla moto e attese che Bruno partisse per allacciargli le braccia intorno alla vita.

«Dov'è che vai davvero, Valeria?»

«In nessun posto in particolare, mi piace la montagna e voglio stare una decina di giorni in giro per rifugi, passeggiare, raccogliere frutti di bosco, leggere, pensare un po'... E tu?», chiese lei vagamente ammiccante.

«Più o meno la stessa cosa, ma non per una settimana, solo oggi. Però mi fermo in quella baita lassù, vedi?» le indicò una vecchia baita abbandonata ma ben in piedi, che si intravedeva tra gli alberi in lontananza. Sentì che il silenzio di lei era una richiesta di invito, ma lui la prese larga. «E come mai da sola?»

«Ho bisogno di riflettere, e poi mi piace starci da sola in montagna, conoscere gente sul posto. Se fossi stata con un'amica non mi avresti dato un passaggio... E tu perché sei venuto da solo?»

«Perché se fossi venuto con un'amica non avrei potuto darti un passaggio, non ti pare?» Lei sorrise e strinse impercettibilmente le sue braccia intorno alla vita di lui. Intanto la baita si avvicinava. «Se ti lascio alla baita poi dovrai continuare a piedi. Da qui non ci passa mai nessuno, lo sai?»

Non rispose, e fu una risposta molto eloquente. Bruno pensò al ventre piatto di lei, dorato e teso, con quell'unico piccolo neo appena sopra l'ombelico. Pensò a quei jeans modellati senza fatica su fianchi, che certo avevano conosciuto ancora poche carezze, e a quel seno piccolo e sodo che non aveva bisogno di sostegni per affacciarsi dispettoso sotto il top aderente. Pensò a questo e la baita si avvicinava. Pensò alle sue mani sul corpo di lei e al perché se ne sarebbe potuto innamorare. Era così giovane e indifesa, alla ricerca di un'identità, di una guida e di una strada. E lui sarebbe stato tutto questo per lei e molto di più. Bruno aveva una visione molto poetica del suo ruolo nei rapporti con le donne. Già si vide in cima a una montagna, al tramonto, con Valeria tra le sue braccia ad ascoltarne la saggezza e sentirsi piccola piccola al cospetto di Bruno, vecchia quercia. La baita era ormai pericolosamente vicina.

«Carina, accogliente...», disse Valeria precedendo qualsiasi decisione di Bruno e già quasi preparandosi a scendere. Un'ultima curva e ci sarebbero arrivati. Bruno rivide in un attimo casa sua, la sveglia che segnava le 8:00, quel corpo di donna dormiente d'un tratto estraneo... prese la curva, accelerò e tirò dritto.

«Beh!!!...» fu l'unica cosa che Valeria riuscì a dire per coprire il suo stupore quasi d'indignazione.

«Ti accompagno in paese, così potrai trovare un posto dove dormire o un autobus per proseguire verso dove vorrai. È molto meglio.»

La ragazza non capì, del resto non era richiesto che capisse. Bruno le fu grato per non aver tentato di capire, ma soprattutto fu grato a se stesso. Nei pochi chilometri che li separavano dal primo paese non dissero niente. Poi il bosco si diradò, la strada divenne d'asfalto, le case si fecero più fitte così come le antenne sui tetti, e la fermata del bus finalmente concreta. Bruno l'aiutò a scendere e incrociò i suoi occhi di marzapane. Per qualche istante non disse niente, aspettando che fosse lei a salutarlo e andarsene. Poi le arruffò i capelli, come si fa a una bambina, le sorrise, montò in sella e partì. Lei rimase a guardarlo per un po', sperando che sarebbe tornato indietro. Ma lui questo, se pure lo immaginò, non lo seppe mai con certezza, perché filò dritto fino alla baita senza pensare, senza ricordare, senza farsi domande, senza smettere di ripetere ossessivamente il refrain di Stand by me. Per la prima volta nella vita stava combattendo contro la sua natura.