Storia letteraria Trapanese
TRAPANI. "LE GEMME E GLI SPETTRI" DEL NOVECENTO LETTERARIO TRAPANESE"
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Rientrando nell'alveo letterario, potrebbe, perciò, assumersi come qualcosa di più di una mera curiosità statistica la circostanza che la massima concentrazione dei nostri principali autori insista (almeno anagraficamente) su tre comuni: Mazara del Vallo (Fiorentino, Zinna, Castelli, Napoli, Greco, ecc.), Castelvetrano (Centonze, Diecidue, Gentile, Virgilio Titone, Giorgio Santangelo, ecc.) e Trapani (Tosto De Caro, Marrone, Scammacca, Badalucco, Porcelli, Blunda, Rodolico, ecc.). Altro notevole drappello di scrittori (sebbene tutti "itineranti") è provenuto da un triangolo dell'interno: Calatafimi (Francesco Vivona, nato nel 1866, morì a Chieti nel 1936; filologo, latinista, poeta e docente universitario, la notorietà gli venne, a partire dal 1901, dalla sua traduzione dell'Eneide in endecasillabi sciolti che, nello scorso secolo, fu la più adottata nelle scuole italiane, assieme a quella classica di Annibal Caro), Salemi (Agueci, Alberto Favara: di quest'ultimo, compositore ed etnografo, è qui da ricordare la monumentale raccolta di canti popolari, confluiti nell'opera postuma Corpus di musiche popolari siciliane, 1957) e Partanna (Franco Caracci, obliato autore di delicati testi di poesia e di narrativa; e Domenico Vittorio Bruno, che pubblicò romanzi, poesie, drammi e fu, per più di vent'anni, direttore del Centro di Cultura Siciliana "G. Pitrè", istituto che, nel 1970, aveva contribuitoa fondare).
Per quanto concerne gli alcamesi, alla copiosa quantità di "operatori" ci sembra che non sia corrisposta altrettanta qualità: segnaliamo Cottone, Giuseppe Messana, Vincenzo Mirabella Corrao (che pubblicò apprezzabili testi poetici in vernacolo, tra cui Lu socialismu in funzioni. Sonnu, 1908) e, soprattutto, lo sceneggiatore e commediografo Gaspare Cataldo (a parte il caso sui generis di Giuseppe Lo Presti, per lo più vissuto a Torino e in varie carceri italiane, autore di un romanzo edito dalla Mondadori, Il cacciatore ricoperto di campanelli, presentato dal suo talent scout, Aldo Busi). Alcuni altri centri hanno fornito sparute personalità di rilievo: Marsala (De Vita, Contiliano), Castellammare del Golfo (Vincenzo Santangelo, Tesoriere, Nicolò Vivona), Erice (Ugo Antonio Amico, D'Erice), Favignana (i quattro fratelli Giangrasso, che diedero alle stampe un interessante volume collettaneo, Acqua ri puzzu. Versi nella parlata siciliana delle Isole Egadi, 1974), Paceco (Fodale). Assai sconfortante si è presentata la situazione dei restanti comuni, che, quando non sono risultati assenti nel panorama letterario, hanno ospitato figure piuttosto marginali. In questo quadro, ciò che colpisce di più è, forse, lo scarso peso di città come Alcamo e Marsala, mentre sembrerebbero guadagnare il titolo di "capitali" culturali, insieme al capoluogo, Mazara del Vallo e Castelvetrano, peraltro geograficamente contigue. E' ancora rilevabile, nella nostra area, la flebile componente femminile, principalmente rappresentata da Scaramuzzino, Giaramidaro e Marusso (ma vi sono state autrici i cui lavori andrebbero meglio conosciuti: le trapanesi Ester Lombardo e Maria Antonietta Lombardo; le marsalesi Elisa Trapani De Simone e Franca Maria Trapani).
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