Di questo insolito e generoso cenacolo,
va ancora citato Franco Di Marco (Custonaci 1932): medico e
critico letterario, si è distinto per le felici traduzioni,
dal siciliano all'italiano, di testi caliani. Tra i poeti, sono,
inoltre, da menzionare Antonino Contiliano (Marsala 1942): Gli
albedi del sole (1988), L'utopia di Hannah Arendt (1991), Kairos
desdichado (1998); Giovanni Lombardo (Marsala 1940): Gabri (1967),
Il giardino di Marianna (1977); Celeste Giaramidaro (Mazara
del Vallo 1943): Graffiti a muro (1987), Azulejo (1991); Rosa
Maria Ancona (Castellammare del Golfo 1946), tra i cui volumi
di poesia figurano Dal diario di "Un amore senza aggettivo"
(1979) e Parlare di sé (1983); Irene Marusso (Mazara del Vallo
1913), che ha anche dato alle stampe numerosi romanzi. Tra le
sue opere poetiche: Se torno biografa di me stessa (1979), Dal
trauma del nascere (1982), Appigli (1987), Metensomàtosis (1992).
Dino D'Erice (pseudonimo di Dino Grammatico, Erice 1924), più
volte deputato e assessore al Parlamento siciliano, saggista
(La rivolta siciliana del 1958. Il primo governo Milazzo, 1996;
Sicilcassa: una morte annunciata, 1998), promotore di iniziative
culturali, ha nella sua bibliografia anche alcuni interessanti
volumi di poesia: Cielo nudo (1966), C'è un segno (1969), Il
verde sulle pietre (1989), Mia incomparabile terra (1997). Meritano
di non essere dimenticate le opere in versi di Alberto Barbata
(Paceco 1944): Paceco e dintorni (1987); Innocenza Galfano (Marsala
1934): Pellegrini di pena (1977), Ognuno di noi sopravvissuto
(1978), Il privilegio del tuono (1982); Gianni Salvo (Trapani
1943), il quale, oltre che per i testi poetici (Coriandoli nella
cattedrale, 1981; Conversando con Aspasia, 1989), è da segnalare
per alcuni sapidi pamphlets di aforismi (Fiori di banca, 1989;
Giornale di bordo, 1992). Il calembour, l'apoftegma, le freddure
sono stati praticati con esiti ragguardevoli da Mario Gallo
(Trapani 1930), nel settimanale "Trapani Nuova" e nel periodico
"Lumie di Sicilia" da lui stesso diretto, a Firenze, dove risiede.
Degli autori di teatro, due spiccano su tutti. Mino Blunda (Trapani
1926), con una cospicua produzione, per lo più rappresentata
ma non sempre edita in volume: L'inglese ha visto la bifora
(apparso da Adelphi nel 1973, dopo aver conseguito il Premio
Pirandello), Ferry Boat Villa San Giovanni Messina (1974), Tavolo
900 con piano in dermoide (1974), Passo doppio (1974), Autorizzazione
spesa x servizio cattura cani randagi (1976), Operate col chiodo
nell'orecchio (1976), Collage per una possibile suite ericina
(1985), Panoramic hotel (1990), Per la potenza del vapore e
la rapidità dell'elettrico (1992). Ha collaborato con "La Zattera
di Babele" di Quartucci e Tatò. Solida scrittrice di drammàtica
è anche Lina Prosa (Calatafimi 1951): tra i titoli dei suoi
lavori Artrosi (1991), Ricevimento (1991), Tetralogia di Io
(1992), Nniriade (1993), Care dame sbandate (1993), Crocieraplay
(1995), Morte di una pornostar (1995). Ha diretto un Laboratorio
Teatrale a Monreale. Un posto a sé, di primissimo piano, merita
lo sceneggiatore Nicola Badalucco (Milano 1929) che, dopo aver
trascorso a Trapani la giovinezza, si trasferì a Roma, collaborando
con Visconti, Petri, Zurlini, Antonioni, Lizzani, Steno, Bolognini,
Montaldo, Monicelli e molti altri registi. La sua filmografia
(per il cinema e per la televisione) include più di cinquanta
realizzazioni, di cui citiamo La caduta degli dei (1969), Morte
a Venezia (1971), Roma bene (1971), Bronte: cronaca di un massacro
che i libri di storia non hanno mai raccontato (1972), Piedone
lo sbirro (1973), Bruciati da cocente passione (1976), L'Agnese
va a morire (1976), Gran bollito (1977), Il turno (1981), L'uomo
dagli occhiali d'oro (1987), Rossini! Rossini! (1991). Per lo
più occasionale e discontinua risulta, infine, l'attività dei
narratori, tra cui i più attivi sono stati: Ferruccio Centonze
(Castelvetrano 1917), peraltro apprezzabile commediografo, con
i racconti Storie senza tempo (1972), Le scarpe del soldato
Percàuz (1982), Il soppalco con la trave smurata e altre storie
minime (1988) e i romanzi La misteriosa storia di Abdìa (1988)
e Al di là della siepe di bosso (1995); Rocco Fodale (Paceco
1931): Le memorie del cavaliere zio Ciàrles (1972), La bottega
di don Mimì (1975), Garofani bianchi per l'appuntato (1981),
Nessuno passa invano: il caso Macallè (1986), Chi non sa l'arte...
Storielle amene (1988), Il parroco de cuius (1991), L'erede
(1993), Zio Ciàrles. Memorie inedite (1994); Salvatore Emanuele
Stinco (Trapani 1917), con I tonacanti. Fra' Jacopo da Augubio
a Trapani (1976) e Papicchiaro, il marito di Santippe (1981).
Opere in prosa da menzionare sono ancora quelle di Anna Maria
Scaramuzzino (Trapani 1947): Ipotesi di morte (1986), Esempi
estranei (1987) e, soprattutto, Verde d'uomo (1991), singolare
catalogo di invenzioni e orrori, sebbene disuniforme nella resa;
Salvatore Mazzeo (Trapani 1925): Le crociere del paladino (1986);
Francesco De Vita (Marsala 1950): Tappeti di pelle (1985), Il
mago (1986); Giuseppe Romano (Trapani 1961): Dall'altra parte
delle sbarre (1988), Chi scaverà la fossa? (1992); Vito Piazza
(Partanna 1944): La valigia sotto il letto. Racconti di Quarto
Oggiaro (1988), Attè ti picchia, Luigi? (1992), L'insegnante
di sostegno (1996); Salvatore Lo Curto (Santa Ninfa 1928): Azulejo
(1989), Port Royal (1993); Mario Genco (Roma 1939): Post scriptum
(1990), Il Delegato (1991); Lorenzo Greco (Mazara del Vallo
1948), saggista e docente di Letteratura italiana contemporanea
nell'Università di Pisa: Tecniche dell'adulterio (1991); Berto
Giambalvo (Castelvetrano 1926): Lu codici di la santa nicissità
(1990), succulenti racconti in vernacolo castelvetranese, pubblicati
a cura di Franco Di Marco. Tra i più giovani, infine, si sono
recentemente fatti notare il marsalese Francesco Vinci, critico
letterario; la trapanese Stefania La Via, con la silloge Fuori
tema (1998); Giacomo Bonagiuso (Mazara del Vallo 1972) e Rino
Marino (Castelvetrano 1967), con opere poetiche e saggistiche.